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GIOVANI E DISAGIO

Don Piccinelli: «Invece che fare il saluto romano, fate un giro ad Auschwitz»

Lettera aperta del parroco di Soresina: «Io vedo in loro tanta superficialità, più che la cattiveria»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

28 Gennaio 2024 - 05:20

Son Piccinelli: «Invece che fare il saluto romano, fate un giro ad Auschwitz»

SORESINA - Don Angelo Piccinelli, parroco di Soresina, non è certo noto per far sconti a chi passa il limite. E stavolta, senza paura, proprio nel Giorno della Memoria se la prende coi giovani che esaltano il fascismo. Col braccio teso, con le canzoncine, con le battute o anche coi motti. Folklore probabilmente, mica ci credono davvero. Ma il gesto non è meno grave: «Vi piacciono i saluti dei nazisti e la loro storia? Provate a visitare Auschwitz...». In realtà, il prete redarguisce i ragazzi (perché a loro è indirizzata la lettera sulla Squilla parrocchiale) come avrebbe fatto un papà.

Cioè con una storia. Eccola: «Purtroppo, anche in Italia, gli esempi ormai non si contano. Durante la guerra di Etiopia tra il 1935 e il 1936, quattro militari si sono alzati esibendo il braccio teso. E il l 29 ottobre 2023, a Pinerolo, un gruppo di amici, mentre festeggiavano un compleanno in una sala comunale, sulle note di Faccetta Nera, si sono immortalati salutandosi da camerati. Poi, il 17 novembre, è diventato virale sul web un video nel quale alcuni studenti della quarta superiore del ‘Federico Caffè’ di Roma, sotto gli occhi increduli dell'insegnante, hanno ostentato la posa con la quale, nel Ventennio Nero, la folla di Piazza Venezia omaggiava e osannava il Duce».

Il giudizio è netto: «Consiglierei a tutti i giovani italiani un Viaggio della Memoria ad Auschwitz. Così – spiega il sacerdote – vi renderete conto da vicino, con vergogna, dell’abominio imparagonabile e dei crimini innominabili compiuti da chi ha creduto in quei gesti che oggi, forse più per superficialità che per cattiveria, alcuni vogliono scimmiottare».


Secondo l’arciprete di San Siro ci vorrebbe più educazione e più rigore: «Il 23 settembre, due giovani italiani che partecipavano all’Oktoberfest in Monaco di Baviera si sono fatti un ‘selfie’ salutando a braccio e mano tesi e, arrestati dalla polizia tedesca, hanno subito un processo. Il saluto romano, infatti, è vietato dalla legge in Germania. Questione di elementare chiarezza e serietà». La confessione e l’appello ai ragazzi: «La prima volta che, durante un pellegrinaggio parrocchiale in Polonia, ho varcato il cancello di Auschwitz per visitare il campo di sterminio, sono rimasto talmente impressionato e sconvolto che, la sera al rientro in albergo, ho vomitato non solo dallo stomaco ma anche dall’anima».

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