LA CELEBRITÀ RISCOPERTA
07 Gennaio 2024 - 05:20
CALVATONE - Il ponte in ferro sul fiume Oglio, chiuso per inagibilità e destinato a essere sostituito (quando, ancora non si sa), custodisce una storia poco conosciuta ma affascinante legata al mondo del cinema. La struttura ha fatto una breve ma significativa comparsa, infatti, nel film ‘Addio alle armi’, uscito nel 1957. Questa curiosità cinematografica collega dunque il piccolo comune italiano di Calvatone a una produzione hollywoodiana di alto profilo, dimostrando come il cinema possa rendere immortali anche gli angoli apparentemente più nascosti del nostro mondo, anche se ben noti ad esempio in ambito accademico per le importantissime ricerche archeologiche su Bedriacum.
Anche se fuori dal contesto storico del film, è stato spiegato, le due inquadrature che compaiono all’inizio della pellicola servono a evocare in qualche modo la drammaticità della Grande Guerra. Il film, diretto da Charles Vidor e basato sull’omonimo romanzo di Ernest Hemingway, narra la storia di un amore tormentato sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale. Protagonisti sono il tenente Frederick Henry (Rock Hudson) e l’infermiera Catherine Barkley (Jennifer Jones), la cui relazione è messa alla prova dalle crude realtà del conflitto. La trama si dipana tra le linee del fronte italiano, raffigurando con intensità sia l’orrore della guerra sia la forza dell’amore.
Nonostante le riprese principali si siano svolte in altre località italiane come il Friuli-Venezia Giulia, l’Alto Adige e vicino al Lago Maggiore, il ponte di Calvatone-Acquanegra ha avuto il suo piccolo momento di celebrità. Nella sigla iniziale del film, in due brevi ma incisive immagini, mentre scorrono i titoli, appare il manufatto, offrendo un legame tangibile tra la piccola realtà cremonese-mantovana e la grande industria cinematografica. Sebbene il ponte oggi non sia più accessibile, la sua presenza nel film rimane un piccolo ma significativo dettaglio storico.
È una testimonianza di come luoghi apparentemente marginali possano essere coinvolti in narrazioni di portata globale, diventando parte di storie che vanno ben oltre i loro confini geografici. ‘Addio alle armi’ ha segnato un’epoca nel cinema, non solo per la sua portata artistica e storica, ma anche per il cast di alto livello, che includeva, oltre a Hudson e Jones, nomi del calibro di Vittorio De Sica e Alberto Sordi. Il film ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui una nomination agli Oscar del 1958 per De Sica come miglior attore non protagonista.
La storia del ponte di Calvatone-Acquanegra, oggi in silenziosa decadenza, ci ricorda come il cinema possa eternare luoghi e momenti, catturando pezzi di realtà in frame indimenticabili. È un esempio di come la settima arte possa congiungere mondi distanti, creando ponti immaginari tra la storia, la cultura e le persone. Pressoché impossibile trovare testimoni del momento in cui furono effettuate le riprese. Secondo Enrico Tavoni, ex sindaco, «è probabile che la trattoria che si trova in territorio di Acquanegra, dall’altra parte del ponte rispetto a Calvatone, che era frequentata anche da personaggi del mondo dello spettacolo, sia stata il punto di contatto e di segnalazione per i produttori del film».
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