18 Ottobre 2023 - 05:20
CREMONA - Dopo un dibattito che dura da ormai vent’anni, il Pd si ritrova spaccato sul progetto dell’autostrada Cremona-Mantova: da un lato l’ala dei favorevoli, guidata dall’ex sottosegretario alla Presidenza dei ministri Luciano Pizzetti; dall’altro la frangia dei contrari, di matrice essenzialmente ambientalista, che ha trovato il suo leader carismatico in Cesare Vacchelli, presidente del comitato che si batte contro la realizzazione dell’infrastruttura. Le due contrapposte anime dem si sono confrontate l’altra sera durante l’incontro organizzato dal circolo Pd online ‘Laura Conti – Ecologia integrale’. A dispetto dei toni sereni e dell’atmosfera collaborativa, il ‘faccia a faccia’ non è servito a ricucire lo strappo e neppure ad accorciare le distanze.
Ad aprire l’appuntamento è stato Vacchelli, che ha riassunto il lungo e frastagliato percorso di progettazione della Cremona-Mantova e ha ribadito il proprio ‘no’ alla fattibilità dell’opera, anche in funzione dei costi elevati che l’opera comporterebbe e delle difficoltà legate alle ultime vicende giudiziarie che coinvolgono Aria, Agenzia Regionale per l’Innovazione e per gli Acquisti, e Stradivaria Spa, società concessionaria che si è fatta carico del progetto sin dall’inizio. In sintesi, Stradivaria aveva presentato un piano per la realizzazione della nuova arteria autostradale facendosi carico delle spese; dopo anni di trattative, studi e discussioni fu proprio Vacchelli con il proprio Comitato, il 15 ottobre 2013, a chiedere con apposita istanza di considerare decaduta la concessione, in quanto non sussistevano più i presupposti economici affinché Stradivaria continuasse con il suo progetto.
Dopo altrettanti anni, anche Aria (e quindi Regione Lombardia) ha avanzato una richiesta di risarcimento danni di 25,6 milioni di euro per «forti inadempienze della concessionaria», aprendo così a un procedimento giudiziario. Il portavoce del Comitato contro l’autostrada ha informa che è attualmente in atto una trattativa tra un privato e Regione per ripensare il progetto e offrire una nuova possibilità all’infrastruttura. Vacchelli non ha mancato di rimarcare che il tratto interessato coincide con «una delle aree più inquinate d’Italia per polveri sottili, emesse in particolare dal traffico veicolare» e ha caldeggiato l’opportunità di costituire «un tavolo di lavoro per affidare ad Anas la riqualificazione della Statale 10 attraverso un accordo di programma tra gli Enti Locali e i sindaci interessati». Vacchelli, quindi, ha chiesto al Pd di «attivare tale tavolo interprovinciale per avviare un confronto serrato sul tema del miglioramento della viabilità territoriale».
Pizzetti ha esordito sottolineando con una sottolineatura non pleonastica: «Non parlo a nome del Pd, che si esprimerà attraverso i propri vertici, ma come persona interessata da anni alla questione autostradale». Per l’ex parlamentare il problema principale ruota attorno alla mancanza di fondi da investire in un’opera «fondamentale per il territorio», come dimostrano «le richieste di un cambiamento nella viabilità che provengono direttamente dalle attività produttive». Pizzetti ha spiegato: «Negli anni si è cercato di capire se esistano delle alternative, ma in realtà, in questo fazzoletto di terra, nessuno ha la possibilità di affrontare un simile investimento. Il problema da risolvere restano i tempi di percorrenza. L’autostrada comporterebbe un investimento pubblico che avrebbe un ritorno grazie al pagamento dei pedaggi. Resta il fatto che, anche se l’autostrada non dovesse realizzarsi, bisogna raggiungere l’obiettivo anche con un’alternativa, beneficio che andrebbe a incidere positivamente sul trasporto merci, anche in un’ottica di impossibilità del trasporto fluviale, reso ancora più difficile dai cambiamenti climatici».
Ezio Corradi, esponente dei comitati contro l’autostrada, ha illustrato la sua ipotesi di sviluppo ferroviario come opzione alternativa alla realizzazione dell’autostrada: «Il nostro territorio ha sette linee ferroviarie che hanno una potenzialità di 70 treni al giorno, mentre ora ne passano la metà. Invece di sopprimerle e introdurre autobus sostitutivi che non fanno altro che raddoppiare il tempo di percorrenza, si potrebbe invece investire sulla rete ferroviaria, potenziando il patrimonio esistente. Il tempo impiegato per le trattative sull’autostrada avrebbe potuto essere utilizzato per incrementare la ferrovia, utile non solo per il trasporto passeggeri, ma anche per quello merci».
Quindi è intervenuto Marco Carra, consigliere regionale mantovano del Pd, che ha ribadito come il collegamento autostradale sarebbe fondamentale e strategico per unire due territori molto vicini sotto il profilo produttivo: «La responsabilità di quest’opera è della destra — ha detto —, perciò la prima cosa da fare è non togliere le castagne dal fuoco alla destra stessa. Inoltre, Regione Lombardia deve capire che è l’attore fondamentale: abbia perciò il coraggio di dire come vuole muoversi in futuro, per permetterci di capire su quali risorse puntare o se considerare questi dibattiti pura dialettica». È dello stesso avviso Matteo Piloni, consigliere regionale dem cremasco: «Regione deve occuparsi della questione — ha affermato — sia che voglia investire con il Governo sia che voglia far subentrare un privato per il finanziamento. Non c’è dubbio che il collegamento su strada rimanga quello più importante».
In coda all’incontro è intervenuto Giuseppe Torchio, sindaco di Bozzolo ed ex presidente della Provincia, che ha dichiarato: «Lacune e ritardi non sono dovuti alle incertezze in casa nostra ma dipendono da altri, che stanno scatenando una tempesta in un bicchiere d’acqua». Tra gli interventi finali anche quelli di Enrico Forattini, che ha caldeggiato l’idea di «indirizzare gli sforzi verso alternative che non considerino il trasporto su gomma», e Marco Pezzoni, portavoce degli Stati Generali Clima Ambiente e Salute, che ha posto l’accento sul complicato quadro finanziario attuale, che suggerisce un sostanziale ripensamento. Solo su un punto tutto d’accordo: la necessità di attendere la sentenza del 29 novembre, per capire come vorrà muoversi Regione Lombardia e se veramente esiste un finanziatore privato disposto a farsi carico dell’opera.
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