25 Luglio 2023 - 05:25
Immaginate di avere vent’anni e di abitare a Cremona: è estate — la stagione dello svago per antonomasia —, è sera, avete voglia di divertirvi e decidete di uscire. Normale no? Persino giusto. Già. Ma dove andate? Onestamente io non lo so. Ed è proprio questo il problema. Mi spiego. Quelli che io definisco ‘veri adulti’, sotto una pila di premesse su come in realtà non sia passato così tanto tempo da quei ricordi, raccontano di come la sera dovessero quasi tirare i dadi per scegliere cosa fare o il posto in cui andare. Avevano ampia scelta: a Cremona e in provincia. Certo, forse bastava meno per divertirsi: una compagnia e un po’ di musica, e la serata era programmata. Ok, ma questo non significa che non ci fossero luoghi appositi e funzionanti in cui esaurire la propria batteria sociale.
E allora mi chiedo: oggi possiamo dare qualche colpa alla crisi e un po’ alla pandemia se il numero di locali nella nostra città si può contare sulle dita di una mano? Forse. Però oso definire la situazione quasi ‘tragica’ e se siete miei coetanei potete capirmi. Pur apprezzando lo sforzo fatto negli ultimi anni per dare un qualche tono alle serate in città, bisogna comunque guardare al passato per imparare a dare speranza al futuro. Ora, voi penserete che io sia drammatica, ed è probabile; però la mia argomentazione si radica nel vivido ricordo di una fotografia scattata da me un sabato sera autunnale, dentro un paesaggio paragonabile a un deserto. Quasi vedevo le palle di sterpa rotolare, non un’anima in Piazza Stradivari a parte noi.
Durante l’estate la situazione migliora sicuramente. Nel senso che, siccome non piace a nessuno gelarsi le natiche, lo scarso affollamento nei mesi invernali è plausibile. Eppure, essere in estate e annoiarsi sperando arrivi la scuola (sì, mi è successo) è davvero avvilente e fa riflettere sulle possibilità di svago. Dico la verità: sono state rare le occasioni che mi hanno trascinata fuori dalla desolante calura. Tutto negativo? Cremona città morta? Non del tutto. Anzi: dopo l’esposizione di questi fatti oggettivi, voglio fare un plauso a chi si è attivato in queste recenti estati vedendo davvero il potenziale della nostra città. Ricordo il primo concerto di Radio Bruno in piazza, ad esempio: una delle prime volte in cui mi sono chiesta se esistesse una seconda comunità nel sottosuolo di Cremona perché io così tanti adolescenti non li avevo mai visti nella mia città.
Questa domanda ancora mi sfiora quando ci sono eventi serali per noi ragazzi perché, essendo abbastanza rari, hanno un effetto ‘lampada attira insetti’ e lì trovi tutti, ma davvero tutti, anche le persone che non vedevi dall’asilo e che sembravano essere evaporate come le pozzanghere a luglio. Faccio un altro esempio: proprio quest’anno con i ragazzi di ‘ApeSi?’ la scena sociale è sicuramente più movimentata. E poi ci sono i Giovedì d’estate e la silent disco. E allora voi direte: ‘e questo non ti basta?’ No. Certo, apprezzo gli sforzi e le idee (se pur alle volte migliorabili in esecuzione): hanno grande potenziale e spesso ottengono successo.
Però quello che io desidero sinceramente è costanza e varietà nelle proposte: se avete anche solo un amico con la macchina, e in questi ultimi due anni almeno un giovedì siete andati a Brescia, sapete a cosa mi riferisco e di cosa sto parlando. Volete un esempio concreto? Eccolo. Vi presento ‘Anda Tropicale’, un evento in una società di Brescia che durante il giorno ospita normalmente gente in piscina e al ristorante e che ogni giovedì sera si apre gratuitamente e organizza una grande festa con musica e bar, combinazione semplice ma sempre vincente. E io penso sarebbe bello si facesse anche nelle nostre canottieri, lungo il nostro Po.
Chi non ha mai sperimentato e avesse critiche del tipo ‘Il giovedì? Ma io il giorno dopo sono a lavoro’, non si preoccupare: la festa finisce alle 22,30 e si puoi andare a nanna senza perdersi il divertimento. Serata bella e, il giorno dopo, al lavoro riposato. Altra critica possibile: ‘A Brescia? Ma è lontano!’. E qui ho solo una risposta possibile: vero, hai ragione, è lontano. Ed è proprio qui che sta il nocciolo del problema. Del nostro problema.
Se un evento del genere non fosse redditizio, non verrebbe riproposto ogni settimana e quindi la mia domanda per le società sportive è: cosa state aspettando? In questo caso del sano scopiazzamento non nuocerebbe. Se invece riflettessimo sulle possibilità del weekend? Eccoci al sabato sera: all’orizzonte solo la domenica, giorno di siesta creato appositamente per poltrire e recuperare dalla serata pazza del giorno precedente. Anche in questo caso le opzioni non sono molte: la prima ipotesi è restare in città e andare a ballare o al Juliette o alla CDL, perché sono gli unici due posti sopravvissuti e adibiti a discoteca a cui si può aspirare a Cremona.
Confesso che come opzione potrebbe anche essere accettabile se andassi ancora al liceo, ma io sono sulla ventina e fare serata con i liceali alle volte non è proprio ideale, sia per noi che per loro perché quella manciata di anni che ci separa è troppo fitta di crescita e cambiamenti per essere ignorata. Almeno alcune volte. Nel secondo caso, invece, esci dalla mappa e vai fuori città. A noi cremonesi a quanto pare piace molto Brescia, quindi ipotizziamo di andare al Cilindro Agri/Culture. Parlando per esperienza personale mi sono divertita moltissimo, l’unica cosa è il dover fare la lotta su chi guida. Il ruolo del guidatore sobrio — possiamo dirlo apertamente — non piace praticamente a nessuno, però in questo caso devi anche farti una bella strada con di fianco l’amico che ha fatto tutta sera a prometterti di restare sveglio al ritorno e poi invece è spiaccicato sul finestrino con la bava alla bocca.
La serata perfetta per tutti non esisterà mai, ma avere la possibilità di sperimentare eventi di natura diversa e poter scegliere è quello che desideriamo di più. E sia chiaro: la mia non vuole essere un’invettiva verso chi potrebbe sfruttare meglio le risorse che Cremona offre e tantomeno una recensione dei locali, come magari a tratti potrebbe sembrare. Semplicemente, pur esprimendo un’opinione personale, volevo e penso di aver espresso il desiderio dei cremonesi della mia generazione. E ora non mi resta che sperare di aver ispirato qualcuno alla creazione di qualcosa di nuovo. Vi prego, fatelo per il mio portafoglio: la benzina costa.
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