SAN BASSANO/CASTELLEONE
22 Luglio 2023 - 15:55
SAN BASSANO/CASTELLEONE - Sfreccia a tutta velocità e centra un cucciolo di gheppio che volava a quota-strada. Il piccolo rapace si ritrova con un’ala spezzata e sarebbe condannato a morire di stenti. Ma, per fortuna, Jose Manfredi, titolare dell’azienda meccanica agricola di famiglia, l’ha trovato e salvato. Seguendo i consigli del sindaco di San Bassano Giuseppe Papa, non nuovo a questo tipo di situazioni, l’ha messo al sicuro. Il lieto fine grazie all’intervento della Polizia provinciale e dei veterinari: il piccolo rapace è in cura e presto tornerà libero, volando nei campi del Cremonese.
Il fatto è accaduto a San Latino, la frazione di Castelleone alle porte di San Bassano, nei pressi del camposanto. Non è noto il responsabile del ferimento, che comunque è indubbiamente accidentale, ma è chiaro che l’animale era destinato a morte certa. Invece, poco dopo l’incidente, s’è ritrovato in una gabbietta, idratato, a mangiare carne fresca. E se è vero quel che diceva Gandhi, ossia che «la civiltà di un popolo si misura dal mondo in cui tratta gli animali», allora tra San Bassano e Castelleone non c’è nulla da temere.
La mobilitazione, infatti, è stata generale. Ancora una volta l’arma più forte si è rivelato il passaparola. Non solo tra le istituzioni (sindaco, polizia e altri) ma anche e soprattutto fra cittadini e volontari. Il ‘falchetto’, pur nella sfortuna, è stato quantomeno investito nel punto giusto, si potrebbe dire. Alla fine, comunque, la Polizia provinciale è arrivata e, in un’unica tornata che ha compreso anche il salvataggio di un altro rapace a Cremosano, si è poi diretta verso il più vicino Cras.
Non è la prima volta che la popolazione del territorio si mobilita per un rapace ferito. Anzi. Tra le storie più celebri quella di un falco, ritrovato sempre a San Bassano a fine settembre dello scorso anno. Lo recuperò una famiglia del posto che andava a passeggio col cane. Fu proprio l’amico a quattro zampe a scovare l’uccello e salvarlo da un gruppo di corvi che volevano fargli la pelle. O meglio le piume. Divenne per qualche giorno la mascotte del paese sul Serio Morto. Tornato in salute, fu liberato.
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