LE ECCELLENZE PRODUTTIVE
10 Luglio 2023 - 07:30
Maurizio Ferraroni e l'azienda con sede a Bonemerse
CREMONA - «Di sicuro il 2022 è stato un anno molto buono e altrettanto posso dire delle prospettive per questo 2023, che già nei primi cinque mesi ha visto una crescita della produzione pari al 20%». Maurizio Ferraroni, amministratore delegato dell’omonima azienda di mangimi, commenta con soddisfazione il bilancio 2022, approvato nei giorni scorsi nella sede di Bonemerse. Il fatturato è cresciuto del 32%, attestandosi ad € 152.114.990, così proseguendo nel forte trend di crescita. «Per un 25% si è trattato di un incremento della produzione – aggiunge Ferraroni – il resto è frutto dell’inflazione che ha comportato un rialzo dei prezzi. A livello di approvvigionamenti, non abbiamo risentito della siccità 2022. C’è stato qualche momento di difficoltà, ma tutto sommato è stato gestito in maniera ottimale, senza eccessivi problemi. Il risultato è stato raggiunto grazie anche agli investimenti, in questi anni ne abbiamo fatti di importanti. Non dimentico poi il know how aziendale di primissimo livello e un gruppo di dipendenti preparati, motivati e legati fortemente alla nostra realtà imprenditoriale. A loro va il nostro grande ringraziamento».
In occasione dell’assemblea c’è stato anche un toccante momento di saluto. Alessandro Riberzani, già presidente dell’ordine dei Commercialisti di Cremona, ha lasciato la guida del collegio sindacale di Ferraroni spa che ricopriva da un trentennio. «Lo ringraziamo – prosegue il manager – per il punto di riferimento che ha rappresentato, sia a livello professionale sia umano, prima per il commendator Eraldo Ferraroni, Emilio e Attilio e, successivamente, per la nuova generazione che ha preso le redini della società». Nell’occasione, a Riberzani è stata consegnata una targa ricordo.
La Ferraroni mangimi ha alle spalle quattro generazioni di imprenditori per 100 anni di storia. I due stabilimenti quest’anno arriveranno a produrre quasi quattro quintali di mangime per l’alimentazione animale. Sono circa 80 i collaboratori occupati e oltre 500 gli allevatori serviti. I passaggi generazionali in seno alla famiglia Ferraroni fino ad oggi sono avvenuti con naturalezza, quasi senza programmazione, trovando sempre il giusto equilibrio tra le capacità e le aspirazioni di ciascun erede. Tre anni fa i quattro Ferraroni che oggi conducono il gruppo (i fratelli Maurizio e Ettore, e i cugini Ettore e Enrico) hanno deciso di sottoscrivere un patto di famiglia per gestire le future transizioni al timone dell’impresa senza che vi possano essere contestazioni in sede di eredità. Ciò rappresenta anche la garanzia di una dirigenza all’altezza. Scelta fatta non solo per tutelare l’impresa, ma anche perché non è detto che i figli o i nipoti dei titolari debbano per forza seguire le orme di padri e nonni. I Ferraroni sono convinti che è giusto possano seguire le proprie legittime aspirazioni che possono essere molto distanti da quelle dell’azienda di famiglia. Così operando, dunque, la successione e la prosecuzione di una storia centenenaria sono garantite da un’insieme di norme sottoscritte da tutti.
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