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Dolore cronico decodificato per la prima volta nel cervello

Letto nell'attività neurale del paziente: è possibile distinguerlo da quello termico acuto grazie all'intelligenza artificiale

La Provincia Redazione

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22 Maggio 2023 - 18:10

Dolore cronico decodificato per la prima volta nel cervello

SAN FRANCISCO - Decodificato per la prima volta il dolore cronico nel cervello: in un lavoro pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience, infatti, scienziati dell’Università della California a San Francisco hanno registrato i segnali cerebrali associati al dolore e hanno poi utilizzato le registrazioni per prevedere la quantità di dolore che una persona sta provando. Si tratta del primo rilevamento diretto del dolore cronico nell’uomo; potrà aiutare a gestire pazienti con condizioni croniche quali il dolore post-ictus o il dolore da arto fantasma.

Il dolore cronico a lungo termine è un importante problema di salute pubblica, responsabile di un carico notevole di disabilità e conseguenti costi economici.

I trattamenti attuali indicati per gestire il dolore cronico sono spesso insufficienti e gli oppioidi troppo spesso prescritti comportano un elevatissimo rischio di dipendenza e di overdose per i pazienti. La gravità del dolore viene solitamente valutata utilizzando il vissuto del paziente, con scale di misura basate in genere sulle sue risposte a questionari ad hoc. Il problema è che l'esperienza del dolore è soggettiva e varia da un individuo all’altro, e ad oggi manca un esame obiettivo per la misura del dolore.

Trovare indicatori (biomarcatori) oggettivi del dolore aiuterebbe a guidare la diagnosi e a stabilire i potenziali trattamenti per il dolore cronico. In questo studio sono stati coinvolti 4 pazienti con dolore cronico: il gruppo di Prasad Shirvalkar ha impiantato elettrodi di registrazione nella corteccia cingolata anteriore e nella corteccia orbitofrontale (regioni cerebrali associate al dolore) dei pazienti. Nell’arco di 3-6 mesi, i pazienti hanno auto-dichiarato i loro livelli di dolore mentre gli elettrodi registravano la loro attività cerebrale.

Utilizzando l’intelligenza artificiale, gli esperti sono stati in grado di prevedere con successo il dolore provato da ciascuno esclusivamente con la «lettura» della sua attività cerebrale.

Gli scienziati hanno anche scoperto di poter distinguere il dolore cronico (che era più fortemente associato all’attività della corteccia orbitofrontale) dal dolore termico acuto, provocato dal contatto con qualcosa di caldo (questa forma di dolore è più fortemente associata all’attività della corteccia cingolata anteriore). Ciò potrebbe contribuire allo sviluppo di sistemi per rilevare istantaneamente il dolore nel cervello e spegnerlo.

 

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