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RIVOLTA D'ADDA

Palpeggiamenti al maneggio, si difende: «Io ero nel Salernitano»

Scagionato Asif, il pakistano sotto accusa di aver tentato una violenza sessuale verso una ragazza al Parco Adda Cavallo. Il difensore: «Qui c'è una sostituzione di persona»

Francesca Morandi

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16 Maggio 2023 - 18:23

La abbraccia e la palpeggia al maneggio, sul banco degli imputati per violenza sessuale

RIVOLTA D'ADDA - Il difensore: «È mai stato a Rivolta d’Adda?». L’imputato: «No». «Ha mai conosciuto Giulia…?». «No». «Io mi fermo, perché qui c’è una sostituzione di persona». Il colpo di scena arriva, oggi, in aula mentre Asif, trentenne pakistano, si difende dall’accusa di violenza sessuale su Giulia, ragazza milanese. Di averla afferrata «rapidamente», abbracciata e tenuta stretta a sé «in modo ossessivo», di aver tentato di baciarla e di averle palpeggiato il seno nella selleria del maneggio Parco Adda Cavallo, il 10 luglio del 2021. Quando lui, Asif, si trovava a 835 chilometri di distanza da Rivolta d’Adda, al centro di accoglienza di Eboli (Salerno). Dal 2022, Asif ha un lavoro al maneggio Quadrifoglio di Peschiera Borromeo (Milano): fa le pulizie.


Storia di una carta di identità smarrita, di una denuncia presentata in Questura un anno dopo, l’8 agosto del 2022, e di un sospetto, per ora. E cioè che il vero - presunto - molestatore di Giulia sia un altro pakistano, lui assunto al maneggio sotto il nome di Asif. Assunto da Roberto Papini, il titolare del Parco Adda Cavallo che per due volte, l’ultima oggi, citato come testimone dell’accusa, in Tribunale non si è visto e non ha mandato un giustificato impedimento. Ci verrà il 13 giugno prossimo, stavolta accompagnato dai carabinieri (il Tribunale ha disposto il suo accompagnamento coattivo), perché «è fondamentale il confronto».

Lo è per il pm, lo è per l'avvocato della difesa Manila Filella, di Pavia, e la collega Raffaella Parisi di Cremona. Lo è per l’avvocato di parte civile Davide Montani. Ovvio che se Papini si fosse presentato, il dubbio si sarebbe sciolto come neve al sole nel guardare in faccia l’imputato Asif. Giulia, invece, non se l’è sentita di tornare, dopo aver testimoniato la scorsa udienza. Non se l’è sentita, comprensibilmente, di rivedere chi due anni prima la molestò nella selleria: sulla carta Asif. Ma per l’udienza del 13 giugno, «su accordo delle parti, il Tribunale dispone la presenza della parte civile al fine di effettuare l’eventuale riconoscimento».

L'avvocato Manila Filella, di Pavia, e la collega Raffaella Parisi di Cremona


Si difende al processo, Asif. «Sono arrivato in Italia, a Trieste, o il 4 o l’8 luglio del 2019». A Trieste rimane «circa quattro, cinque mesi. Avevo avuto una paralisi a una parte del corpo e sono stato curato in una clinica di Trieste». E sempre a Trieste «ho fatto richiesta di asilo». Poi, a fine 2019 si trasferisce al Sud. Viene accolto al centro di accoglienza di Eboli. «Finché ero lì, c’era un registro dove firmavo le presenze. È un foglio della Questura di Salerno». Da gennaio del 2022, Asif lavora al maneggio di Peschiera Borromeo. L’avvocato ha depositato il carteggio: il contratto di assunzione prima a tempo determinato, poi indeterminato alla cooperativa Il Nuovo Quadrifoglio. Il difensore Filella al suo assistito: «È mai stato a Rivolta d’Adda?». «No».

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