17 Novembre 2022 - 08:52
CREMONA - Aumenta tutto, anche a Cremona. Nel complesso, spinto dall’inflazione, l’indice generale dei prezzi al consumo (per l’intera collettività e al netto dei tabacchi), in ottobre subisce un tasso di incremento mensile pari al 3,2% e un tasso di incremento tendenziale del 10,9%.
E nello specifico, crescono in particolare il costo delle abitazioni (+56,5% su base annua) e gli alimentari, con la spesa appesantita da un tasso tendenziale complessivo pari al +12,6% su base annua, con oli e grassi che crescono del 19,7%, pane e cereali del 17,5%, l’acqua del 16,9%, latte, formaggi e uova del 14,8%. Carrello salasso.
Ma la stangata vera, inevitabilmente, è sul fronte che ormai da mesi tiene ugualmente in apprensione famiglie e imprese, quello dell’energia e del gas: la prima cresce del 214% e il secondo del 101,7% rispetto allo scorso anno.
Non fanno eccezione, seppure con incrementi inferiori, mobili e articoli per la casa (+6,7%), i trasporti che registrano un +8,5% tendenziale e i servizi ricettivi e di ristorazione che segnano un +5,8%. Morale: è vera emergenza e lo dicono i numeri. «Talmente grave da mettere in serio pericolo anche gli ormai prossimi consumi di Natale» afferma il Codacons, commentando i dati nazionali forniti ieri dall’Istat e assolutamente in linea con quelli diramati a livello locale dall’Ufficio Statistica del Comune. E del resto, è evidente come l’inflazione all’11,8% sia una reale minaccia per la salute del Paese, capace di determinare una stangata record per gli italiani. «Considerata la totalità dei consumi di una famiglia tipo, pari a 3.625 euro in più all’anno — entra nel merito il presidente del Codacons Carlo Rienzi — è facile intuire come la situazione sia gravissima. Basti pensare come solo per gli alimentari (+13,5% ad ottobre ndr) un nucleo famigliari si ritrovi a spendere in media 752 euro in più su base annua». Il risultato? Inevitabile e già in corso, in Italia e in città: i dati sulle vendite già attestano come i cittadini stiano tagliando la spesa per il cibo.
Il Codacons fa poi notare come a livello territoriale la crescita dei prezzi sia fortemente diversificata, con effetti differenti sulle tasche delle famiglie: la maglia nera dell’inflazione spetta ad ottobre alla Sicilia, con i listini al dettaglio che crescono in media del 14,4% su base annua, determinando una stangata, considerati i consumi di una famiglia residente nell’isola, pari a 3.487 euro in più a nucleo. Di contro, la Valle d’Aosta registra la performance migliore, con il tasso che sale «solo» dell’8,8% e con un aggravio pari in media a 2.962 euro a nucleo su base annua, anche in presenza di una spesa per consumi sensibilmente più alta rispetto alla Sicilia. La Lombardia si colloca a metà: più 11%, pari ad una maggior spesa annua a famiglia di 3.913 euro.
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