07 Novembre 2022 - 16:11
SONCINO - Ospedale di Comunità: fumata bianca. «Abbiamo trasferito tutti gli ospiti della Rsa al secondo piano e quelli dell’Rsd dal plesso di via De Marcheschi agli spazi della residenza socio assistenziale. Ora non resta che portare a termine gli ultimi lavori di adeguamento e rifinire i dettagli e saremo pronti – annuncia la presidente della Fondazione Soncino Silvana Comaroli –. Al via a dicembre».
Una bella notizia in primis per i pazienti di tutto il circondario ma anche per quei nostalgici, e nel borgo sono davvero moltissimi, che non avevano mai digerito la chiusura del Santo Spirito. Soncino, tra meno di un mese, avrà di nuovo il suo ospedale. Beninteso, non si tratta di un nosocomio nel senso più classico del termine e sarà ben distante, da un punto di vista strutturale e dei servizi, da realtà quali il Maggiore di Crema e di Cremona, o ancora l’ex Mellino Mellini di Chiari o tantomeno il Civile di Brescia. Quello della città murata sarà infatti un ospedale «light» o, come è definito nella recente riforma ad hoc, «di comunità».
Ma cosa significa? Fondamentalmente lo scopo degli OdC, semplificando, è questo: accogliere pazienti per i ricoveri ipotizzati come piuttosto brevi e fornire interventi sanitari di non alta intensità clinica. La ragione della loro ideazione è altrettanto ovvia: decongestionare i grandi centri e riprogettare una sanità che sia più decentrata e territoriale. Cioè che farà però assomigliare la Fondazione di Soncino ancor di più a un nosocomio vero e proprio, ricordando quindi davvero il fu Santo Spirito, è la presenza già assodata di molti altri servizi, in particolare quelli dei Poliambulatori cogestiti con Crema. Restano infatti i reparti già consolidati, quindi: elettrocardiogramma, cardiologia, chirurgia, dermatologia, medicina interna, neurologia, ortopedia, ginecologia.
Alla Fondazione, oggi guidata da Comaroli e da un consiglio di amministrazione formato da Sara Ghidelli, Angelo Gorno, Paolo Pagliardi e Paolo Rosin, si riferisce un territorio abitato da circa 15 mila persone con pazienti e inquilini provenienti principalmente dlla città, dal Cremonese e dal Cremasco ma anche oltre confine provinciale data la vicinanza con la Bassa Bresciana e la Bassa Bergamasca. Gli ospiti sono attualmente 134, 62 anziani, 30 disabili, 20 nel Centro Diurno e 22 subacuti. In 136 tra medici, operatori, animatori, amministrativi e infermieri se ne prendono cura. Con l’ospedale si avranno 20 posti in più.
Ma il nuovo ospedale non significherà soltanto posti letto in più o maggiori spazi a disposizione di operatori e residenti. Un altro aspetto tutt’altro che secondario, anzi fondamentale specialmente in questo complesso periodo segnato dalla crisi economica, è quello dei posti di lavoro. Che in vista ci siano delle assunzioni è notizia che i vertici hanno confermato già da mesi ma adesso è effettivamente in corso il sondaggio delle offerte per reperire infermieri e personale di assistenza. Con l’Asst di Crema si cercherà anche di rimediare un nuovo medico da aggiungere all’organico. L’ultima vera incognita resta la data ufficiale del taglio nel nastro. Arriverà probabilmente prima della fine dell’anno, a struttura già pienamente operativa.
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