30 Agosto 2022 - 19:04
MONTICELLI D’ONGINA - I temporali di fine estate per il momento sembrano non bastare e in piena crisi energetica la centrale idroelettrica di Isola Serafini, gestita da Enel Green Power, non è ancora stata riattivata. Le turbine sono state fermate lo scorso 16 giugno nel corso della serata peggiore di questa siccità estiva senza fine: all’altezza della stazione idrometrica Aipo di Cremona il livello del Po era sceso a -8,55 metri, con una portata troppo bassa per garantire il funzionamento dell’impianto e assicurare acqua a valle dello sbarramento.
E così la società elettrica aveva deciso di fermare la produzione: «La scarsità idraulica del fiume Po — era stato spiegato — non permette l’attività dei gruppi idroelettrici. È stato pertanto necessario arrestare la centrale, che ripartirà solamente a seguito del ripristino delle condizioni idrauliche sufficienti all’impianto stesso». Uno stop annunciato come temporaneo, ma che invece si è protratto fino ad oggi. Per la prima volta da quando è stata inaugurata – negli anni ‘60 – la centrale della Bassa Piacentina è ferma quindi da ben 76 giorni. E non è neppure prevista una riattivazione in tempi brevi.
«Nonostante le ultime piogge la portata in ingresso non è sufficiente a garantire il funzionamento continuativo dell’impianto — hanno confermato ieri proprio da Enel —. Ovviamente la situazione rimane costantemente monitorata». La mancata produzione della centrale monticellese, per ora, non sta provocando problemi nell’erogazione del servizio elettrico alle utenze: la produzione nei mesi estivi è sempre ridotta e comunque compensata da altre tipologie di impianti. In termini di megawattora, però, dovrà essere stimata una perdita. Che sarà per forza di cose anche economica e sicuramente ingente. I calcoli potranno essere fatti in modo attendibile solo nel momento della riattivazione.
Nel frattempo tutte le centrali idroelettriche, anche quelle che funzionano a singhiozzo e con potenze ridotte rispetto al solito, stanno affrontando l’estate peggiore. Complessivamente si parla di un taglio di produzione attorno al 70% proprio a causa della mancanza d’acqua. «Siamo molto preoccupati – ha detto di recente Paolo Taglioli, direttore di Assoidroelettrica che raccoglie il 47% degli oltre 4 mila impianti idroelettrici italiani — perché i fiumi e torrenti su cui lavorano i nostri impianti sono a regime ridottissimo». L’assenza di acqua, pare di capire, mette in serio pericolo l’esistenza stessa di questi impianti: se non generano introiti, alla lunga non potranno più sostenersi.
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