13 Ottobre 2021 - 05:55
CREMONA - L’allarme lo ha lanciato il direttore generale di Confagricoltura, Francesco Postorino, intervenendo su Radio 24. La partenza del Green pass, obbligatorio sui luoghi di lavoro, dunque anche nelle stalle e nei campi, rischia di creare seri problemi alle attività del settore. «Sia la campagna vaccinale, sia il certificato verde sono due pilastri ineludibili dell’azione di contenimento della pandemia. Il Green pass funziona come misura di prevenzione e bisogna insistere su questa strada. Siamo però preoccupati: ci sono alcune difficoltà che riguardano il settore agricolo in quanto ha caratteristiche proprie. Il dato principale è che usufruiamo di manodopera proveniente dall’estero, circa 390 mila addetti, di cui il 60% extracomunitari. Molti non sono vaccinati o lo sono, ma con prodotti non riconosciuti, l’esempio classico è lo Sputnik. Abbiamo a che fare con persone che spesso non conoscono la lingua alle quali è difficile spiegare le normative». Braccia impegnate nella raccolta dei prodotti ortofrutticoli e nella vendemmia. «Circa un terzo dei 390 mila lavoratori potrebbero non essere utilizzabili e ciò creerebbe difficoltà – ha proseguito Postorino –: ci sono ovviamente differenze tra le varie zone del nostro Paese. Va definita con maggiore velocità la riconoscibilità dei vaccini che oggi non lo sono, serve un meccanismo di proroga dei permessi di soggiorno agli stranieri vanno fissate le quote annuali. Lavorare in campagna significa non passare ai tornelli, ci sono dunque oggettive difficoltà anche per i controlli».
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