13 Agosto 2021 - 16:35
Paolo Soncini
CREMONA - I dati relativi agli infortuni e ai morti sul lavoro hanno raggiunto un livello insostenibile, denuncia la Uil, che auspica una più stretta collaborazione tra politica, imprese r parti sociali. "Il sindacato afferma da tempo che la ripresa non può ricadere sulle spalle di chi lavora con sfruttamento e mancanza di sicurezza, ma sono i dati dei primi sei mesi del 2021 a dare concretezza a questo grido di allarme - sottolinea il segretario provinciale Paolo Soncini -. A livello nazionale, rispetto all’analogo periodo del 2020, si registra un aumento delle denunce di infortunio nel complesso (+21.908), un decremento di quelle mortali (-32) ad eccezione del settore delle Costruzioni (+16 casi) e una risalita delle malattie professionali. In Lombardia, le denunce presentate all’Inail nel periodo gennaio-giugno 2021 sono state 50.082 con una diminuzione del 5,76%. In calo le denunce di infortunio con esito mortale presentate nel primo semestre del 2021: 72 rispetto le 145 dello stesso periodo dell’anno precedente. Ancora troppe, a fronte di un periodo di semi-lockdown che formalmente ha comportato meno ore lavorate”.
Nel Cremonese il numero di denunce per infortunio è di diversi punti percentuali inferiore a quello del 2020: le 3027 denunce dei primi sei mesi dell’anno scorso sono scese a 2318 e gli infortuni mortali sono passati da 19 a 2. Per Soncini “il dato è confortante, ma fortuito e legato più allo stop delle attività che non ad un reale cambiamento del sistema di controllo e sicurezza”. Anche alla luce delle dichiarazioni del residente Mattarella, la UIL ribadisce le sue richieste: è necessaria maggiore formazione nei confronti dei lavoratori perché siano coscienti dei problemi e dei rischi, così come una maggiore sensibilizzazione delle organizzazioni datoriali perché si diffonda una cultura della sicurezza. Alla politica serve più coraggio nell’implementare il sistema di controllo e ispezione dei luoghi di lavoro. Per questo, il sindacato auspica che le scelte politiche vadano in questa direzione e che una parte del Recovery Plan venga impiegato nell’assunzione di personale dedicato alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
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