04 Novembre 2020 - 06:47
VIENNA (4 novembre 2020) - La paura ha il suono degli elicotteri che sorvolano il cielo di Vienna, a ridosso dell’ora di cena. Isabella Guanzini, cremonese, ordinario di Teologia fondamentale all’Università di Graz, sta mettendo a letto il figlio Theo mentre Kujtim Fazelai fa precipitare Vienna in un incubo. Il giorno dopo, la paura e l’inquietudine non sono ancora passate.
«Siamo tutti sotto shock, Vienna è una città tranquillissima, lenta e con poca gente in giro rispetto ad altre capitali europee - dice -. Nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, Vienna non è Parigi. E qui le armi non sono diffuse come negli Stati Uniti. Non c’è violenza, non c’era nessuna percezione di un pericolo imminente. Le parole di Erdogan contro la Francia hanno acceso una miccia che ora è difficile da spegnere, è come se avesse invitato a dare un seguito a ciò che ha detto. È anche per questo che siamo tutti preoccupati».
«Sto bene grazie, tutto a posto, almeno per il momento. Staremo più tranquilli quando prenderanno tutti gli attentatori, perché saperli in giro per la città non è che mi faccia così piacere». Gigio Gresta, ex allenatore della Vanoli basket, guida ora la BC Vienna. Lunedì sera, quando nel centro della città sono iniziati gli attentati, era totalmente ignaro di quanto stesse accadendo: «Vienna è una città super tranquilla, nessuno si aspettava neanche lontanamente che potesse succedere una cosa simile».
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