27 Ottobre 2022 - 21:31
Senatore e Mutigli
CASTELLEONE - Giovanni Senatore e Mauro Mutigli, rispettivamente vittima e autore dell’accoltellamento mortale di via Roma, si sarebbero parlati al telefono non molti giorni prima degli otto fendenti inferti al 40enne, padre di tre figli, dall’operaio ora in carcere. È ciò su cui cerca di far luce la Procura, in possesso dei cellulari dei due, sequestrati. Un dialogo, il loro, che confermerebbero anche persone molto vicine ai protagonisti della terribile vicenda che ha scosso l’intera Castelleone, la sera del 10 agosto scorso. Non messaggini, ma un vero e proprio confronto verbale. Gli inquirenti, dunque, stanno attualmente cercando di ricostruire se e quanto quelle parole scambiate «alla cornetta» abbiano giocato un ruolo decisivo nel condurre al tragico epilogo. Il responso dei tecnici informatici dovrebbe arrivare entro il mese di dicembre.
«Adesso piantiamola. Abbiamo dei figli. Smettiamola perché è ridicolo!». Sarebbe questa, secondo fonti ben informate, l’ultima discussione intercorsa fra Senatore e Mutigli. Le parole, pronunciate al telefono, sono quelle di Giovanni, rivolgendosi direttamente alla persona che, a breve, lo colpirà con un coltello davanti al Bar Meteora, sotto gli occhi di decine di testimoni. Fra i due non correva buon sangue da anni e i dissapori risalirebbero all’epoca in cui entrambi abitavano nella vicina Soncino. Bisticci, faccia a faccia e insulti ma, fino a quel tragico 10 agosto, nulla di più. Il trasloco a Castelleone non aveva migliorato, ma neppure peggiorato la situazione. Almeno fino a quando non è entrato in scena il fattore sentimentale.
Alessandro Ferrari, amico di Senatore aggredito la stessa sera ma sopravvissuto, si era infatti legato affettivamente a una donna precedentemente vicina a Mutigli. A riaccendere l’astio sarebbe stata proprio la presa di posizione della vittima in difesa di Ferrari. Questo, in conclusione, sarebbe stato anche l’argomento principale della chiamata che gli inquirenti cercano di delineare. Intanto l’avvocato Consuelo Beber, che assiste Mutigli, attende l’esito degli esami autoptici e tossicologici per formulare la strategia difensiva del suo assistito.
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