AGRICOLTURA
Dicembre 2022
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura
ROMA - La produttività dell’agricoltura mondiale dovrà crescere di circa il 30% nel prossimo decennio per garantire la sicurezza alimentare e raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, secondo un rapporto dei ministri dell’Agricoltura e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, redatto per la riunione di metà novembre del G20. «La chiave di volta vincente - ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, aprendo la due giorni di Assemblea Generale - è rappresentata dalle innovazioni. In Italia, l’agricoltura di precisione è già una realtà, ma ancora troppo limitata. Vanno perciò consolidati gli incentivi a favore della «Transizione 4.0», a supporto della competitività a lungo termine delle imprese agricole italiane. Senza dimenticare, inoltre, che ci attendiamo la conferma del credito di imposta per il Mezzogiorno». L’innovazione aiuta anche il risparmio idrico e il taglio della chimica nelle colture.
«La raccolta e l'elaborazione dei dati per ridurre il consumo di acqua e il ricorso ai prodotti chimici sono pratiche sempre più diffuse - ha rimarcato Giansanti - tra le nostre imprese. E le tecniche di evoluzione assistita, quando saranno autorizzate dall’Unione europea, consentiranno di produrre le stesse quantità con una minore pressione sulle risorse naturali. Allo stato attuale, però, scontiamo un grosso limite - ha lamentato - che è quello dell’insufficiente connessione a banda larga nelle aree rurali. Una diffusa digitalizzazione risulta fondamentale per l'ampliamento delle innovazioni dei processi produttivi in termini di sostenibilità ambientale ed economica. Le innovazioni richiedono investimenti, sia pubblici che privati. La crisi economica indotta dalla pandemia e la contrazione della crescita prevista per l’anno venturo stanno limitando la propensione agli investimenti, anche per l’aumento dei tassi di interesse che è in corso per frenare l’inflazione. La messa in opera del Piano nazionale di ripresa e resilienza consentirà - ha infine evidenziato - di far ripartire gli investimenti pubblici, soprattutto dal lato delle infrastrutture. Energie rinnovabili per la neutralità climatica, digitalizzazione, investimenti per la crescita dell’efficienza e della competitività: questi sono i temi che rappresenteranno il passo verso il futuro e che condizioneranno il futuro stesso delle nostre imprese».
Sul «price cap» per il gas le discussioni in sede europea «non hanno finora fatto significativi passi avanti e le proposte presentate dalla Commissione non sono risolutive. Così come sono state formulate, non servono a mettere famiglie e imprese al riparo dalla speculazione». Lo ha sottolineato il presidente Giansanti. «Senza un accordo per gli acquisti in comune di gas, è probabile - ha aggiunto - che i prezzi punteranno di nuovo fortemente verso l’alto, quando gli Stati membri torneranno a competere tra loro per rifornire le scorte svuotate dalla stagione invernale».
Con la legge di bilancio, ha detto ancora Giansanti, «il governo ha fatto scelte di assoluta rilevanza, per continuare a ridurre le bollette energetiche di famiglie e imprese ma l'intervento è limitato al primo trimestre dell’anno venturo. Dal ministro Giorgetti sono arrivate indicazioni sulla prosecuzione degli interventi oltre la fine di marzo, ma non sarà facile trovare le risorse necessarie, senza sacrificare altre misure necessarie a sostegno della ripresa economica e del potere di acquisto dei consumatori. Dal 2024, poi, tornerà in vigore, sia pure modificato, il Patto di stabilità dei conti pubblici. La crisi energetica non sarà di breve durata. I prezzi dell’energia non torneranno in tempi brevi sui livelli pre-crisi. L’inflazione è destinata a rallentare, ma l’anno venturo si attesterà ancora attorno al 6 per cento, secondo le ultime previsioni della Banca centrale europea. Bisognerà attendere fino al 2024, per tornare verso il 2 per cento». Alle misure per contenere il «caro bollette», vanno aggiunti - è la richiesta di Confagricoltura - provvedimenti a sostegno della liquidità delle imprese. In prima battuta, vanno prorogate le moratorie sui prestiti accordate durante l’emergenza sanitaria e che scadranno alla fine di quest’anno.
«In Europa le energie rinnovabili sono una realtà in costante e forte crescita. Nei giorni scorsi, nel discorso tenuto all’Università Bocconi, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha evidenziato che quest’anno per le energie rinnovabili si è registrata una crescita record: 50 gigawatt in più, cioé il doppio rispetto al 2021. Siamo convinti che si potrebbe fare anche di più, per sostituire il gas in arrivo dalla Federazione Russa che ancora incide per il 10% sulle nostre importazioni totali». Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura. In particolare, per Giansanti, «il rilascio delle autorizzazioni è ancora troppo lento e andrebbe finalmente rimosso il vincolo dell’autoconsumo per la concessione degli incentivi pubblici all’agrisolare».
Secondo le previsioni contenute nell’ultimo rapporto diffuso dall’Agenzia internazionale dell’energia, la capacità su scala mondiale aumenterà di 2.400 gigawatt entro il 2027. Energia solare ed eolica sono destinate a diventare, già nel 2025, le principali fonti di elettricità. Senza dimenticare, in aggiunta, l'apporto dei biocarburanti per i quali l’Agenzia dell’energia ha previsto un incremento di produzione di oltre il 20% nell’arco dei prossimi cinque anni. In Francia il biocarburante E-85 viene acquistato al momento dagli automobilisti a 0,80 centesimi al litro. «Lo sviluppo delle energie rinnovabili non mette a rischio il potenziale produttivo dell’agricoltura, bisogna solo fare scelte più opportune che vadano nella direzione delle innovazioni tecnologiche. La sostenibilità ambientale non si contrappone con quella economica. Le due possono e debbono coesistere» ha concluso Giansanti. (ANSA)
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