19 aprile
Aprile 2017
Egregio direttore,
come ogni anno in questo periodo arrivano le scadenze fiscali riguardanti soprattutto la tanto odiata dichiarazione dei redditi e i Caf che spesso si contendono i contribuenti non iscritti o indecisi. In giro si vedono slogan e pubblicità del tipo ‘fisco semplice’ e una volta ho visto scritto ‘fisco amico’ perché il fisco sia amico del contribuente.
In Italia non si sa proprio più che stupidaggini scrivere! Un fisco amico è un fisco che ad esempio ogni 100 euro da me guadagnati me ne lascia in tasca 80 e se ne prende 20 in tasse come è logico, visto che i soldi me li sono sudati è giusto che la maggior parte di essi siano in tasca a me.
In Italia invece il reddito non solo quello sudato e guadagnato, ma anche quello speso va quasi totalmente in tasse complice una pressione fiscale che definire alle stelle è dire poco. Se poi un contribuente sbaglia qualche pagamento o calcolo ecco che arriva, come è capitato al sottoscritto, lettere dal fisco dal tono minaccioso e aggressivo.
Un fisco cosi non può proprio essere considerato amico, ma bensì aggressivo, parassita e terrorista.
Marco Pedrabissi
(Trescore Cremasco)
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