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IL CASO

Gli affetti familiari surrogati col telefonino

Novembre 2013

Gli affetti familiari surrogati col telefonino
Egregio direttore, nel leggere il giornale ho notato la lettera del signor Geo Monti il quale evidenzia che la prostituzione giovanile non è un caso raro o fenomeno recente ma ha ‘qual - che età’ e pone in evidenza quali sono i mali sociali che lo hanno prodotto. Bravissimo e ne condivido il tratto. Ma vi è dell’altro osservando il fenomeno in profondità, infatti i bambini quando nascono vengono immediatamente affidati al micronido, poi asilo nido, poi alla scuola e doposcuola ecc. ecc. sempre affidati a terze persone, con la madre (questa sconosciuta) ci vivono poco anche perché quando torna in famiglia la mamma è impegnata, dopo il lavoro, negli impegni domestici, al marito che torna stanco degli impegni eccetera. Per cui il rapporto stretto tra madre e figli è ridotto al minimo venendo a mancare con l’educazione fornita dal genitore, il rapporto di affetto continuo che, guarda caso, è affidato al telefonino adottato già dall’ad ol es ce nz a che in età dello sviluppo è l’oggetto costante più per i rapporti esterni che con l’interno della famiglia e l’impiego costa, tant’è che la scheda si esaurisce in breve e il genitore richiamano le figlie ad un consumo ragionevole. Ma il consumismo detta altre formule, il confronto con altri compagni di scuola, che più possono, mettono in condizioni le ragazze a chiedere frettolose ricariche dando in cambio quello che può disporre nell’immediato (è già successo), già la mamma, a scanso di sorprese, per la mancanza di educazione, lo abbiamo già letto, ha già provveduto ad illustrare la necessità della famosa pillola, pre e post rapporto. Addio a famiglie tradizionali, l’epoca futura ne riformulerà un’altra che non sappiamo quali contorni avrà, per ora i presupposti mi sembrano negativi stante il manifestarsi di situazioni come il signor Monti ha denunciato.
Angelo Mario Bossi
(Viadana)

Purtroppo la prostituzione esiste da quando è nato il mondo, con la differenza che magari in passato non se ne parlava. E’ un fenomeno sicuramente negativo. Discorso a parte merita la prostituzione minorile, rispetto alla quale bisogna esercitare tutte le forme di controllo e di repressione e anche, come in effetti lei dice, tutte quelle contromisure di tipo educativo, sociale e morale che possano evitare che una ragazzina si venda per una ricarica telefonica. I recenti casi venuti alla luce a Roma evidenziano che non solo chi ha bisogno si prostituisce. Si tratta di capire che cosa spinge una giovanissima a farlo. E in questa valutazione sono inevitabilmente coinvolte anzitutto le famiglie ma anche tutte le agenzie educative.