Egregio direttore, nel leggere il giornale ho notato la lettera del signor Geo Monti il quale evidenzia che la prostituzione giovanile non è un caso raro o fenomeno recente ma ha ‘qual - che età’ e pone in evidenza quali sono i mali sociali che lo hanno prodotto. Bravissimo e ne condivido il tratto. Ma vi è dell’altro osservando il fenomeno in profondità, infatti i bambini quando nascono vengono immediatamente affidati al micronido, poi asilo nido, poi alla scuola e doposcuola ecc. ecc. sempre affidati a terze persone, con la madre (questa sconosciuta) ci vivono poco anche perché quando torna in famiglia la mamma è impegnata, dopo il lavoro, negli impegni domestici, al marito che torna stanco degli impegni eccetera. Per cui il rapporto stretto tra madre e figli è ridotto al minimo venendo a mancare con l’educazione fornita dal genitore, il rapporto di affetto continuo che, guarda caso, è affidato al telefonino adottato già dall’ad ol es ce nz a che in età dello sviluppo è l’oggetto costante più per i rapporti esterni che con l’interno della famiglia e l’impiego costa, tant’è che la scheda si esaurisce in breve e il genitore richiamano le figlie ad un consumo ragionevole. Ma il consumismo detta altre formule, il confronto con altri compagni di scuola, che più possono, mettono in condizioni le ragazze a chiedere frettolose ricariche dando in cambio quello che può disporre nell’immediato (è già successo), già la mamma, a scanso di sorprese, per la mancanza di educazione, lo abbiamo già letto, ha già provveduto ad illustrare la necessità della famosa pillola, pre e post rapporto. Addio a famiglie tradizionali, l’epoca futura ne riformulerà un’altra che non sappiamo quali contorni avrà, per ora i presupposti mi sembrano negativi stante il manifestarsi di situazioni come il signor Monti ha denunciato. Angelo Mario Bossi (Viadana)
Purtroppo la prostituzione esiste da quando è nato il mondo, con la differenza che magari in passato non se ne parlava. E’ un fenomeno sicuramente negativo. Discorso a parte merita la prostituzione minorile, rispetto alla quale bisogna esercitare tutte le forme di controllo e di repressione e anche, come in effetti lei dice, tutte quelle contromisure di tipo educativo, sociale e morale che possano evitare che una ragazzina si venda per una ricarica telefonica. I recenti casi venuti alla luce a Roma evidenziano che non solo chi ha bisogno si prostituisce. Si tratta di capire che cosa spinge una giovanissima a farlo. E in questa valutazione sono inevitabilmente coinvolte anzitutto le famiglie ma anche tutte le agenzie educative.
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