13 Ottobre 2024 - 10:29
CREMONA - Il vescovo Antonio Napolioni passa, si dice felice di vedere così tanta gente nella ‘sua’ casa. Don Gianluca Gaiardi, responsabile dei beni culturali della Diocesi, si offre per guidare una visita, contribuendo a smaltire la coda di persone in attesa di vedere il palazzo vescovile.
È sempre facilmente prevedibile il successo del Giornate del Fai che, anche a livello locale, permettono di entrare in luoghi di difficile accesso al pubblico oppure di vedere con occhi diversi, nuovi e curiosi posti in cui si va, ma sempre un po’ di fretta. Sono stati 1.603 i visitatori dei quattro luoghi aperti dalla delegazione cremonese: palazzo vescovile e Casa Sperlari, sede dell’Adafa, nel capoluogo, il complesso monumentale di Ostiano e, lì vcino, sulla strada per Volongo, l’oratorio di Torricella.
«È stata una giornata estenuante per tutti i volontari - ammette Angelo Landi, architetto che guida il Fai locale -. Al di là dei numeri, abbiamo riscontrato molto interesse da parte dei visitatori e in particolare il palazzo vescovile, dopo i recenti restauri, è stato davvero una sorpresa. Ma anche Casa Sperlari è piaciuta molto. È accessibile per mostre e conferenze, ma la maggior parte dei cremonesi probabilmente non sa neppure che c’è. Oggi l’afflusso del pubblico sarà sicuramente maggiore, ma siamo già soddisfatti: anche a livello regionale ci è stato confermato che il nostro è un ottimo risultato».
Tutti con il naso all’insù, dunque, a scoprire affreschi medievali (a Torricella), tavolette lignee e curiosità architettoniche (a Casa Sperlari, costruita negli anni Venti del Novecento in stile neorinascimentale), una balconata interna che spunta da un’apertura ellittica riccamente decorata (nel palazzo vescovile), un concentrato di arte e storia (a Ostiano si possono visitare castello, ex sinagoga e teatro Gonzaga).
A Crema, invece, le visite - condotte dagli Apprendisti Ciceroni del liceo Racchetti-da Vinci - si sono concentrate in Santa Maria della Pace e anche in questo caso la partecipazione è stata numerosa. Un’esplosione di bellezza, quindi, e insieme il ricomporsi di un senso di appartenenza a passato, presente e futuro. Perché il patrimonio culturale, in una visione che non può e non deve essere chiusa e sterilmente identitaria, ci conduce attraverso i mondi e ce ne fa comprendere il senso profondo. Oggi le Giornate d’Autunno del Fai si replicano. Approfittiamone tutti.
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