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EDIZIONE 2024

Verso l'Art Week: da Soncino a New York e ritorno

Luigi Cazzaniga a tu per tu con Romanino e Bellotti. Da PQV si incontrano fotografia e antichi maestri

Mariagrazia Teschi

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mteschi@laprovinciacr.it

14 Maggio 2024 - 10:20

CREMONA - C’è un profondo desiderio di ‘restituzione’ nella mostra ‘Myths&Icons’ in allestimento in questi giorni alla galleria PQV di palazzo Fodri, appuntamento che si inserisce all’interno della seconda edizione di Cremona Art Week, dal 18 al 26 maggio. Protagonista è il soncinese Luigi Cazzaniga, talento della fotografia di corpi e volti, attivissimo nella scena culturale americana degli ultimi sessant’anni e che nella galleria di palazzo Fodri porta una serie di scatti, per lo più bianco e nero ma anche colore, nella mostra dedicata ad indagare le varie forme del mito attraverso i secoli e di come, queste, si avvalgano di icone che diventano poi immagini immortali. Come quella della moglie Donyale Luna, prima supermodella nera ad arrivare sulla copertina di Vogue, a ballare con Warhol e a ispirare Dalí e Fellini, la cui vita è finita troppo presto.

Nato a Soncino da una famiglia di estrazione borghese («è dal 1600 che è di quelle parti», scherza), studi classici, ha lasciato il borgo a favore di uno stile di vita un po’ hippie e del jet set culturale oltreoceano.

Sul set del Satyricon conosce Donyale Luna (era il 1969), un amore totalizzante. «Erano insieme in tutto, nel lavoro e nella precarietà, nel bene e nel male», racconta in una intervista la loro unica figlia, Dream, rimasta orfana di mamma quando aveva 18 mesi e allevata dai nonni e dal papà. Fotografare è il suo mestiere (e soprattutto ancora lo diverte, dopo tanti anni) ma Cazzaniga è anche pittore, filmaker, scrittore. Ha fotografato personaggi famosi e altri assolutamente anonimi e immortalato ogni angolo del mondo. A Cremona torna perchè ha accettato il guanto di sfida di Pietro Quattriglia Venneri, patron della galleria PQV, che gli ha messo a disposizione una serie di old masters, dipinti di maestri dell’arte antica, con i quali dialogare sul tema del mito. Non con altri dipinti, ma con i suoi celebri ‘portraits’ molti dei quali inediti.

«Ho voluto iniziare l’allestimento con un importantissimo arazzo del XVI secolo di manifattura mantovana. È stato realizzato su disegno di Girolamo Romanino espressamente per il Conte Girolamo Martinengo per la residenza di Brescia e dopo anni in collezione privata europea, farà qui la sua prima uscita pubblica», spiega Quattriglia Venneri. Accanto a questo capolavoro con le figure mitologiche di Marte e Venere, si colloca una serie di importanti autori seicenteschi: da Bonaventura Lamberti di casa a palazzo Barberini a Roma che immortala sulla tela il mito ovidiano di Alfeo e Aretusa a Pietro Bellotti pittore di ritratti e teste di carattere con la sua Strega Martina, ritratto della vecchietta abilissima nel confezionare veleni e pozioni, padrona della magia nera, campionessa di stregoneria.

Tra i pezzi forti una nuova proposta che si aggiungerà al catalogo di Vincenzo Campi (svelata al momento opportuno) e un Narciso di Vincenzo Gemito da collezione privata, che segna l’avvicinamento all’arte classica da parte dell’artista napoletano. Queste ed altre opere dialogheranno nell’allestimento con i mitici ritratti di Luigi Cazzaniga, molti esposti per la prima volta fuori dagli Stati Uniti: da De Niro ad Emir Kusturica passando per Allen Ginsberg e fino a Donyale Luna (il vero nome era Peggy Anne Freeman), la modella afroamericana vera icona della black power e protagonista indiscussa della moda internazionale tra gli anni Sessanta e Settanta. Musa di Dalì e grande amica di Andy Warhol che le dedicò ben tre film, fu in Satyricon di Fellini nel ruolo di Oenothea e nella Salomè di Carmelo Bene: una vera pionera.

Per l’occasione la galleria PQV esporrà due foto dedicate da Cazzaniga alla supermodella: un inedito in bianco e nero e lo scatto utilizzato dall’emittente statunitense HBO come copertina del documentario dedicato alla star scomparsa. Un suo scatto è recentemente diventato ‘tela’ per una opera d’arte, un mosaico di 30 metri quadrati ispirato ai nuovi mosaici che decorano le stazioni della metropolitana di New York.

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