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ADDIO FRANCESCO: LA GALLERY

La bara di legno, la papamobile modesta: «Una star che potevi raggiungere»

Oltre 400mila persone a San Pietro per i funerali del Papa «immerso nella gente». Il dialogo fra Trump e Zelensky in cattedrale, un passo verso la pace: «Un incontro altamente simbolico»

La Provincia Redazione

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26 Aprile 2025 - 15:04

CITTÀ DEL VATICANO - La bara è in semplice legno. Sul coperchio c'è una croce bianca, lo stemma episcopale e il suo motto «Miserando atque eligendo», perdonando e scegliendo. Il motto era stato scelto da Francesco dal passo del Vangelo in cui Gesù chiama Matteo, un peccatore esattore delle tasse, a seguirlo.

Un lungo e fortissimo applauso dei fedeli a San Pietro («oltre 400mila persone», come affermano le autorità competenti) ha accompagnato con commozione l’uscita del feretro di Papa Francesco dal sagrato, in quest’ultimo saluto della gente che tanto lo amava. «Grazie Francesco» si legge su diversi cartelloni, qualcuno lo grida ad alta voce. In tanti alzano le bandiere, c'è chi saluta con la mano. La bara del Papa è stata sollevata da quattordici sediari che l'hanno inclinata leggermente per l’ultimo tributo della piazza. Un lungo applauso accompagna questo momento. La salma verrà portata nella basilica per poi essere sistemata sul carro funebre.

Un bisbiglio in tutte le lingue dai cellulari della folla, mentre ci si fa strada lungo via Merulana, per Santa Maria Maggiore: trasmettono la cerimonia del funerale, proiettati dai maxischermi. Ma ognuna delle migliaia di persone giunte qui a dare l’estremo saluto a Papa Francesco lì dove sarà sepolto vuole ascoltare nella sua lingua il commento, le preghiere. Poi suona la campana di piazza San Pietro e la gente tace per un attimo. «È finita, adesso arriva» dicono i fedeli in italiano, francese, inglese. È il momento dell’attesa, adesso e chi arriva cerca di posizionarsi.

I rintocchi della campana di Santa Maria Maggiore accolgono l’arrivo del feretro di Papa Francesco nella basilica a lui tanto cara che ora accoglie le sue spoglie. Un applauso fragoroso saluta la bara del Pontefice. All’arrivo della papamobile con il feretro dalla piazza in tanti hanno gridato: «Viva Francesco, viva Francesco!». Tantissimi gli applausi.

IL PAPA IMMERSO NELLA GENTE

«È stato un Papa - come è stato ricordato oggi in più passaggi anche dal cardinale Giovanni Battista Re che ha officiato il rito funebre - immerso nella gente, è stato il papa della gente, dell’amore, della pace, della misericordia, dei carcerati, degli ultimi, il papa della semplicità, delle periferie, della schiettezza. Per cui il motto 'Miserando atque eligendo' appare consono al suo magistero e alla sua personalità». Si tratta di una espressione tratta da un’omelia di San Beda il Venerabile, che commenta la vocazione di San Matteo. Una volta eletto vescovo, Bergoglio, in ricordo di quell'avvenimento che segnò gli inizi della sua consacrazione a Dio nella Chiesa, decise di scegliere, come motto e programma di vita, l’espressione che ha inteso riprodurre anche nello stemma pontificio.

LA PAPAMOBILE ALLESTITA SU UN PICK-UP USATO

Per il corteo funebre che ha accompagnato dal Vaticano a Santa Maria Maggiore le spoglie di Papa Francesco è stata adattata una papamobile dalla storia particolare, perfettamente in linea con l’atteggiamento che Bergoglio ha sempre avuto nei confronti dei veicoli destinati ai suoi spostamenti. Lo abbiamo visto, infatti, a bordo di una vecchia Ford Focus e di una normale Fiat 500 L.

Il trasporto funebre è stato effettuato con un pick-up Dodge Ram allestito come papamobile che era stato utilizzato in Messico nel viaggio pastorale del 12-18 febbraio 2016 partendo da un veicolo usato (valore di mercato di poco superiore a 15mila euro). E che era stato poi regalato al Papa nel 2017 per celebrare il 25° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Messico e Vaticano.

IL PAPA DEI GIOVANI: «UNA STAR CHE POTEVI RAGGIUNGERE»

In questi giorni si tiene a Roma il Giubileo degli adolescenti. E nella folla del centro di Roma, dopo il passaggio del feretro del papa, ci sono tante ragazze e tanti ragazzi che hanno voglia di ricordare del loro rapporto con Francesco. «Ho visto diverse volte Papa Francesco - dice Alice, quindicenne di Marghera -. Riusciva a farsi sentire vicino anche da lontano, riusciva a stare vicino a tutti, con parole semplici che arrivavano sempre. Di lui ricordo soprattutto l’invito a lasciare da parte paura e pigrizia». Mattia di Suzzara (Mantova) ricorda il papa che «ha detto no alla guerra e sì alla pace. Ha detto che i conflitti si risolvono con la parola».

Per Luca, anche lui di Suzzara, il ricordo più forte è che «voleva una chiesa povera». Teresa,  quindicenne di Marghera, apprezzava del pontefice defunto «il legame che aveva con i giovani. Si metteva sempre in gioco, riusciva ad essere vicino. Era una star, ma non di quelle che non puoi raggiungere». E poi, aggiunge Teresa, «ha sempre cercato di difendere la pace». Dal papa che verrà, Gabriele si augura «che sia come Francesco, o anche meglio, anche se sarà difficile».

L'INCONTRO FRA TRUMP E ZELENSKY IN CATTEDRALE

Faccia a faccia, seduti l’uno di fronte all’altro nella basilica di San Pietro su due sedie tra le navate, chinati l’uno verso l’altro: è lo scatto che immortala il colloquio tra Donald TrumpVolodymyr Zelensky, poco prima dell’inizio dei funerali di papa Francesco. L'immagine è circolata immediatamente sui social insieme ad un’altra foto che mostra i due leader, in piedi, che parlano anche con il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Keir Starmer.

«Un buon incontro, abbiamo avuto tempo di discutere molto a quattr'occhi. Ci auguriamo che tutto quanto detto abbia un risultato: proteggere la vita della nostra gente, un cessate il fuoco completo e incondizionato. Una pace affidabile e duratura che impedisca il ripetersi della guerra. Un incontro altamente simbolico che potrebbe diventare storico se si raggiungessero risultati congiunti. Grazie, presidente Trump!» è il commento del presidente ucraino. (ANSA)

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