#VANOLI
Michele Talamazzi
Febbraio 2014
(foto legabasket.it)
Sarà perché è arrivato dopo quattro vittorie, sarà perché non si possono sempre battere campioni d'Italia o capoliste, ma il k.o. con Brindisi è forse il primo (eccetto quello d'esordio in campionato a Siena) che in casa Vanoli non lascia troppi mugugni o critiche.
Perdere con Brindisi ci stava, ed è una sconfitta che ha due grosse attenuanti: la settimana più complicata dell'era Pancotto a livello di assenze e la forza di Brindisi, leggi la difesa e la classe di un Bulleri che ha spaccato la partita in due. Due volte. Il plus/minus a volte è una statistica fuorviante, il +21 del Bullo in 11 minuti sul parquet del PalaRadi è quella più adatta per spiegare il suo impatto sul match.
Inciso: quando Bulleri è uscito infortunato (per lui ginocchio k.o. e stagione finita), il PalaRadi ha avuto più fischi che applausi per lui. Non una bella figura per il pubblico di Cremona.
Alla fine, la partita con Brindisi lascia sensazioni difficili da pesare nel giudizio su Cremona: perché se la capolista Enel ha bisogno di due fiammate individuali per mettere ko una Vanoli in emergenza, non bella e ridotta al minimo stagionale per punti, vuol dire che qualcosa, scavando, sul fondo della partita dei biancoblù c'è. Ed è l'anima che Pancotto ha dato a questa squadra, che traspare dal modo di stare in campo e difendere.
Poi c'è la nota negativa, quella più grande e con tanti sottoinsiemi, di un attacco involuto dai 90 punti di Bologna ai 53 di domenica. Soprassedendo sui lunghi, condizionati dalla settimana di non allenamenti, il rientro di Rich non ha sortito gli effetti sperati, anzi.
Si è tornato a parlare della sua coesistenza con Woodside, sicuramente non la più semplice. Ma Ben è stato prima di tutto annullato dalla difesa dell'Enel: i raddoppi per togliergli l'amato pick and roll centrale hanno funzionato. E purtroppo, da mesi, la Vanoli non ha un'alternativa valida in playmaking perché l'infortunato Chase non è mai sostituito con un giocatore di ruolo.
Rich, dicevamo. Un attacco privato del ritmo alla sua fonte l'ha costretto a giocare più di situazioni invididuali. Ma di solo Rich non si vive, questo la prima parte di campionato l'ha messo ben in evidenza. Lui ha già dimostrato (vedi le partite con Caserta e Montegranaro) di poter fare un passo indietro ma essere ugualmente efficace, anzi forse di più, lontano dalla palla e con la squadra nelle mani di Woodside. E due anni fa lo dimostrò nella squadra che era di Tabu, facendo sfracelli su quei riccioli che quest'anno ha avuto poco modo di sfruttare.
Ora, dopo un girone d'andata passato a giocare da grande solista e alle porte del rientro di Chase, c'è bisogno del “vecchio” Jason Rich perché gli equilibri trovati di recente non solo stiano in piedi, ma possano consolidarsi.
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